Girasole: guida alla coltivazione in giardino e in vaso

Girasole: guida alla coltivazione in giardino e in vaso

Guida completa alla pianta di Girasole: dal significato del nome, alla storia, alle caratteristiche e varietà, fino a consigli pratici sulla coltivazione e la cura dei fiori in vaso o in giardino.

 

Il girasole: caratteristiche e varietà

 

Fiore simbolo dell’estate, il girasole è amato per l’allegria e la vitalità che trasmette con i suoi fiori enormi e solari.  In giardino e in terrazzo si coltiva partendo dal seme, in primavera, oppure acquistando le piantine pronte e fiorite nei garden center. Conosce grande successo anche come fiore reciso, per composizioni e mazzi estivi.

 

Originario del continente americano, il girasole vanta caratteristiche molto originali. Innanzi tutto, ha la straordinaria capacità di orientare i fiori nella direzione del sole (da cui il nome comune “girasole”). In secondo luogo, è una pianta annuale da record, che nel giro di una stagione cresce fino a dimensioni gigantesche e poi scompare: nasce in aprile, fiorisce tra giugno e settembre, matura subito dopo i suoi semi e muore alle soglie dell’autunno.

 

Ha foglie ruvide e fusto che si può innalzare fino a notevoli altezze (anche 4 m in alcune varietà), incurvandosi a maturità sotto il peso del fiore. L’infiorescenza, il cui nome botanico è calatide, è una vistosa margherita dai petali dorati e dal grande bottone centrale scuro: raggiunge dimensioni variabili tra 10-40 cm di diametro a seconda delle varietà.

 

Il girasole: perché gira la corolla verso il sole?

Il fenomeno dell’eliotropismo, tipico del girasole, è proprio anche di altre piante, come le foglie del cotone, del lupino e della soia. Il movimento del fiore o della giovane foglia da est verso ovest per tutto il corso della giornata, con successivo ritorno ad est prima dell’alba, è dovuto allo spostamento di alcuni ormoni dal lato esposto alla luce a quello che rimane in ombra. Gli ormoni modificano la quantità d’acqua contenuta nelle cellule, facendone espandere alcune e rimpicciolire quelle contrapposte.

Di conseguenza il picciolo della foglia, o la base del capolino del fiore, si ripiegano verso la direzione desiderata, cioè quella da cui arrivano i raggi solari più diretti in diversi momenti della giornata.

Le foglie e il fusto si rivolgono al sole per ottenere la massima intensità di luce possibile al fine di effettuare al meglio la fotosintesi, il processo che permette la fabbricazione delle sostanze vitali.

 

Il girasole: significato del fiore

Per i Cinesi è simbolo d’immortalità e longevità e, secondo il linguaggio dei fiori, esprime vero amore da parte di chi lo regala. I nuovi girasoli hanno guadagnato popolarità come fiori recisi, diventando simbolo dell’augurio di pronta guarigione, di congratulazioni dopo un evento significativo e di affetto per una persona speciale. Di origine centroamericana, era una pianta sacra alle popolazioni indigene per la sua grande adattabilità e molteplicità di utilizzi, oltre che rapidità di sviluppo; le civiltà precolombiane dell’altipiano andino, tra cui gli Incas e gli Aztechi, lo consideravano il simbolo della divinità solare.

Il girasole è oggi considerato anche portatore di buona fortuna e di amore, ed è quindi largamente usato anche per allestire le decorazioni floreali in occasione dei matrimoni e altre ricorrenze.

 

Il girasole: storia e curiosità

Giunto in Europa dopo i viaggi dei Conquistadores spagnoli, il girasole colpì subito l’attenzione per le sue forme e colori, e ispirò nel tempo scrittori, poeti ed artisti, tra cui Van Gogh, che per un periodo ne fece una presenza ricorrente dei suoi dipinti. Il nome della specie, Helianthus, fu attribuito da Linneo (biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi). Deriva da due parole greche: ‘helios’, sole, e ‘anthos’, fiore, in riferimento alla peculiare rotazione del capolino in direzione del sole.

Nell’epoca vittoriana, in Gran Bretagna divenne un motivo decorativo di gran moda disegnato su stoffe, inciso nel legno o forgiato in vari metalli.

Considerato inizialmente solo come specie ornamentale, assunse una certa importanza come pianta oleifera soltanto a partire dal 1700, diffondendosi poi come pianta agricola in molti paesi europei e particolarmente in Russia. Attualmente il girasole è largamente coltivato a livello mondiale e detiene il secondo posto, dopo la soia, tra le piante che forniscono semi da olio. Anche in Italia è molto coltivato per la produzione di semi da olio, destinati anche, in forma di seme, all’alimentazione umana e animale.

 

Girasole: tipologie e varietà per il giardino e il terrazzo

Oltre al girasole agricolo, esistono moltissime tipologie adatte al ruolo ornamentale.  I colori e il portamento delle varietà ibride comprendono non solo tonalità insolite. Diverse dal giallo (dal bianco al giallo tenue e all’ocra rosato fino a gradazioni accese di arancio, rosso, bordeaux e marrone), ma anche forme insolite con petali semidoppi, doppi e a pompon, oppure con il disco centrale in diverse tonalità di giallo, arancio o color cacao.

Anche il periodo di fioritura è diversificato e va dall’inizio dell’estate fino al tardo autunno. Coltivarli non è difficile, anche perché la robustezza li rende adatti alla maggior parte dei terreni.

 

Girasole: la semina

La semina, preferibilmente in un terreno fertile, va fatta in genere ad aprile (a marzo nelle zone meridionali e costiere a clima mite). Nella prima fase della crescita e del trapianto occorre fare attenzione alle lumache, che ne sono particolarmente ghiotte, e agli uccelli che dissotterrano il seme.

 

Girasole: dove coltivarlo

Il girasole ama gli ambienti caldi, con una temperatura minima tra i 12˚ e i 14˚ e non gradisce gli abbassamenti di temperatura fuori stagione. Pur essendo caratterizzato da un consumo idrico elevato riesce, in caso di carenza idrica, a sfruttare l’umidità degli strati profondi grazie al notevole sviluppo capillare dell’apparato radicale a fittone (fino a 1,5-2 metri). Sopporta bene il caldo e teme i ristagni e i terreni poco drenati: occorre aspettare che il terreno asciughi parzialmente prima di irrigare nuovamente.

 

Girasole: quando fiorisce?

Il periodo di fioritura va da giugno a settembre-ottobre, per ottenere fioriture anticipate si effettua la semina in luogo protetto a febbraio-marzo e il trapianto in piena terra entro 3-4 settimane per evitare danni alla radice, mentre la semina scaglionata tra marzo e giugno ‘spinge’ la produzione fiorifera oltre settembre. Considerando la considerevole altezza di alcuni ibridi, è consigliabile fornire supporti solidi per resistere alla forza dal vento, particolarmente dopo l’aumento di peso creato dalle corone fiorifere. La grandine può causare danni notevoli durante tutto l’arco del ciclo vegetativo determinando malformazioni al fusto, lacerazioni alle foglie e la caduta dei semi a maturità.

 

Girasole: come e quando concimare

Questa pianta ha bisogno di un terreno fertile, da arricchire con Gesal Concime Organico Universale BIO, facile da distribuire, che nutre per molte settimane. Ha effetto concimante immediato ed effetto nutriente di lunga durata. Per un impiego ottimale occorre distribuire il concime in modo uniforme sul terreno, incorporarlo nel terreno rastrellando delicatamente e annaffiare. Quando la pianta ha formato i boccioli è bene integrare la nutrizione ogni 15-20 giorni circa con Gesal Nutrimento con Sangue di Bue, arricchito con chelato di Ferro.

 

Girasole: curiosità

  • Nel XIX secolo, lo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese Oscar Wilde (1854-1900) adottò il girasole come simbolo del suo movimento estetico. Lo portava regolarmente all’occhiello e lo diffuse tra i personaggi del suo ambito come motivo di arte decorativa.
  • Come scoperto già dalle popolazioni precolombiane, gli utilizzi della pianta sono molteplici. L’estratto dei petali viene utilizzato in erboristeria anche per creme cosmetiche. La medicina popolare utilizzava le foglie e fiori per curare malattie della gola o polmonari.
  • I semi si possono consumare nelle insalate o per arricchire altri alimenti. In passato i germogli chiusi, teneri e ancora privi di peluria, si mangiavano bolliti e passati al burro, oppure grigliati e conditi con olio e sale.