Erbe aromatiche e officinali: quando raccoglierle
Siamo ufficialmente entrati in estate, con il solstizio appena avvenuto: è adesso che la maggior parte delle piante aromatiche è al culmine dell’efficacia di sapore e virtù terapeutiche, grazie alla concentrazione di oli essenziali nelle foglie e nei fiori.
Nelle prime due settimane dell’estate dopo il solstizio, che coincide con la giornata più lunga dell’anno, le piante aromatiche conoscono un momento speciale: la tradizione vuole che siano particolarmente “magiche” ed efficaci, secondo le leggende che attribuivano a maghi e streghe la capacità di saper sfruttare gli influssi astrali. In realtà, c’è una buona parte di verità, legata al periodo climatico.
All’inizio dell’estate, infatti, le condizioni di luce e di calore consentono di ottenere foglie e fiori particolarmente ricchi di oli essenziali, che danno il sapore , il profumo e le qualità terapeutiche alle aromatiche e officinali coltivate in balcone e in giardino.
Il “tempo balsamico”
Sebbene conservino sapore e profumo anche in condizioni non ottimali, le erbe destinate all’uso in cucina o nella cosmesi e nella terapia naturale, in forma di infusi e tisane, migliorano la loro efficacia se vengono raccolte nel momento e con il metodo adeguato.
Le aromatiche esprimono le migliori virtù in particolari periodi del loro ciclo di vita, chiamati “tempo balsamico”, quando è maggiore la concentrazione di oli essenziali e di aromi ed è più efficace l’effetto nell’uso terapeutico; l’inizio dell’estate è quasi sempre ideale, ma per alcune erbe anche l’autunno è un buon momento.
Per le piante di cui si usa il fiore, come la camomilla, la borragine, la calendula e la lavanda, il momento più indicato è quello in cui il fiore si è appena aperto e il suo aroma è quindi più intenso e concentrato.
Basilico, timo, alloro, erba cipollina, rosmarino, salvia e tante altre hanno un momento di massima fragranza a inizio estate, ma rimangono ricche di sapore e profumo anche in autunno ed è possibile coltivarle in una piccola serra in balcone o giardino. Staccate le foglie con le mani o con le forbici di mattina, quando la rugiada si è asciugata; danno il meglio se utilizzate subito.
Un caso particolare: la malva
Tra le piante aromatiche che in questo periodo hanno un’elevata concentrazione di virtù terapeutiche c’è la malva, selvatica e comune nei prati anche in città e in fiore proprio in questi giorni; è splendida da coltivare anche in alcune specie varietà con fiori particolarmente belli, per esempio Malva moschata dai petali viola intenso.
Nota fin dalla remota antichità, la malva è ancora oggi una delle erbe più usate nelle erboristerie e nella chimica farmaceutica. Contiene sostanze che svolgono un effetto emolliente e protettivo sulla pelle e sulle mucose interne ed esterne. Per le sue proprietà calmanti e decongestionanti, l’infuso di malva si utilizza anche per l’igiene del cavo orale e per guarire dal mal di gola, con gargarismi mattina e sera.